Robert Doisneau a Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino

Robert Doisneau Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau

Robert Doisneau – Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau (Camera Centro Italiano per la Fotografia Torino)

Da ottobre 2022 fino al 14 febbraio 2023 CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia propone a Torino (Via delle Rosine 18) le indimenticabili immagini di Robert Doisneau uno dei padri della fotografia del Novecento.

Robert Doisneau L’enfer, Paris 1952 © Robert Doisneau Robert Doisneau

Robert Doisneau L’enfer, Paris 1952 © Robert Doisneau (Camera Centro Italiano per la Fotografia Torino)

La retrospettiva, curata da Gabriel Bauret (curatore anche della mostra “Robert Capa. L’Opera 1932 – 1954” in corso a Rovigo) e promossa da CAMERA, Silvana Editoriale e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, propone 130 fotografie dell’autore in un percorso che comprende le sue immagini più iconiche insieme a scatti meno noti ma altrettanto straordinari, selezionati fra gli oltre 450.000 negativi di cui si compone il suo archivio.

Robert Doisneau è, insieme a Henri Cartier-Bresson, uno dei fotografi più famosi del mondo, uno dei padri della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. La mostra ne racconta la carriera attraverso i temi, spesso ricorrenti, affrontati in più di cinquant’anni con la fotocamera sempre pronta: la guerra e la liberazione, il lavoro, l’amore, i giochi dei bambini, il tempo libero, la musica, la moda, gli artisti.

Il fotografo racconta il proprio tempo attraverso uno sguardo guidato dalla disobbedienza e dalla curiosità, indicati da lui come “i due requisiti principali di questo mestiere”, sia nelle fotografie su commissione sia in quelle casuali, scattate nelle sue le lunghe passeggiate per Parigi con amici come gli scrittori Jacques Prévert, Robert Giraud e Blaise Cendrars.

La sua fotografia più conosciuta (il bacio di una giovane coppia indifferente alla folla dei passanti in place de l’Hôtel de Ville di Parigi) è solo il faro di una mostra affascinante che si dipana in 11 sezioni tematiche: Bambini, 1934 – 1956; Occupazione e Liberazione, 1940 – 1944; Il dopoguerra, 1945 – 1953; Il mondo del lavoro, 1935 -1950; Il teatro della strada, 1945 – 1954; Scene di interni, 1943 – 1970; Portinerie, 1945 – 1953; Ritratti, 1942 – 1961; Una certa idea della felicità, 1945 -1961; Bistrot, 1948 – 1957; Moda e mondanità, 1950 – 1952.

Sezioni completate da un’intervista video al curatore Gabriel Bauret e da un interessantissimo estratto dal film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille: Robert Doisneau, le révolté du merveilleux (Robert Doisneau. La lente delle meraviglie) che racconta le prime pubblicazioni sui giornali, l’esperienza all’interno della Renault, l’occupazione e la liberazione, i felici anni del dopoguerra, la banlieue di Parigi e la nascita della sua fotografia più iconica.

Robert Doisneau
dall’11 ottobre 2022 al 14 febbraio 2023
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18 – Torino
www.camera.to

Robert Doisneau Les frères, Paris 1934 © Robert Doisneau/Gamma Rapho

Robert Doisneau Les frères, Paris 1934 © Robert Doisneau/Gamma Rapho (Camera Centro Italiano per la Fotografia Torino)

Robert Doisneau

Nasce nel 1912 nel sobborgo parigino di Gentilly. Come fotografo inizia con l’apprendistato nello studio di Andrè Vigneau, artista poliedrico e fotografo pubblicitario. Dopo cinque anni come fotografo all’interno delle officine Renault, intraprende la carriera di fotografo indipendente, entrando a far parte dell’agenzia Rapho. A causa della guerra è costretto a sospendere l’attività e utilizza le sue conoscenze per contraffare carte e documenti ufficiali per i membri della Resistenza. Dopo la Liberazione alcuni suoi reportages vengono pubblicati su “Vogue” e nel 1949 esce il libro realizzato in collaborazione con il celebre scrittore Blaise Cendrars, “La Banlieue de Paris”, la prima sintesi dei molti racconti per immagini che dedicherà ai quartieri popolari di Parigi. Il successo ottenuto lo porta ad essere coinvolto da Edward Steichen per la mostra “Five French Photographers” nel 1950 e poi nell’epocale “The Family of Man” nel 1955, entrambe al MoMA di New York. Dagli anni Cinquanta colleziona numerose collaborazioni con scrittori e artisti, esponendo insieme ad autori come Henri Cartier-Bresson, Willi Ruge e André Kertész, e vincendo premi come il Premio Niépce nel 1956 e il Grand Prix national de la photographie nel 1983. Nel 1980, nelle sale espositive di Piazza Grande a Modena, Luigi Ghirri cura la mostra “Robert Doisneau. Tre secondi d’eternità”: con lo stesso titolo l’anno prima l’editore Contrejour aveva pubblicato un’importante monografia in grado di offrire un’approfondita lettura del suo lavoro. Nel 1984 viene invitato a partecipare alla Mission Photographique de la D.A.T.A.R., che lo porta a raccontare nuovamente la banlieue parigina ormai trasformata attraverso una serie di sorprendenti scatti a colori. Nel 1994 muore all’età di 82 anni, lasciando un patrimonio di circa 450.000 negativi, oggi custoditi e valorizzati dalle due figlie.



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