Mr & Mrs Clark al Museo del Tessuto di Prato e poi alla Fondazione Sozzani di Milano




Jim Lee, Ossie Clark, Plane Crash, 1969© Jim Lee

Jim Lee, Ossie Clark, Plane Crash, 1969© Jim Lee

La prima mostra in Italia dedicata ad Ossie Clark e Celia Birtwell è stata inaugurata il 16 settembre scorso con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana al Museo del Tessuto di Prato. La mostra resterà aperta fino al 8 gennaio 2023 per poi trasferirsi, dal 16 gennaio al 10 aprile 2023, alla Fondazione Sozzani di Milano.

Ossie Clark e Celia Birtwelll, partendo dalla boutique Quorum, di Chelsea a Londra, hanno creato e definito un immaginario e uno stile inconfondibile, il Flower Power, diventato un punto di riferimento nella Swinging London.

La collaborazione tra il Museo del Tessuto di Prato e la Fondazione Sozzani racconta – tramite l’allestimento espositivo progettato da Arianna Sarti – il percorso dei due creativi che hanno lavorato insieme completandosi in totale armonia.
Mr & Mrs Clark racconta infatti l’abilità nel disegno di Celia, che sviluppava le stampe ispirate alla natura e alle avanguardie artistiche, mentre Ossie con la sua abilità nei tagli e nella modellistica dava vita ad abiti sensuali e femminili.

Unione immortalata da David Hockney nel celebre dipinto “Mr and Mrs Clark and Percy”, (realizzato tra il 1970-71, conservato alla Tate Britain di Londra), che rappresenta non solo un ritratto di due stilisti, ma anche un manifesto di una nuova classe creativa tra arte e moda.

Mr & Mrs Clark. Ossie Clark and Celia Birtwell. Fashion and Prints 1965-1974 è un progetto, condiviso tra il Museo del Tessuto di Prato e la Fondazione Sozzani. La mostra, a cura di Federico Poletti, espone un importante nucleo di abiti disegnati dallo stilista londinese e provenienti dalla preziosa collezione di Massimo Cantini Parrini, celebre e pluripremiato costumista, a cui si sono aggiunti materiali inediti, provenienti dalla collezione privata di Lauren Lepire a Los Angeles, e dagli archivi di Celia Birtwell e dalla famiglia Clark.

Commenta Federico Poletti, curatore: “Per la prima volta il lavoro di Celia Birtwell e Ossie Clark viene presentato insieme, perché le forme e i tagli di Ossie non avrebbero avuto lo stesso impatto senza le stampe di Celia. Grazie ai prestatori che generosamente hanno donato in prestito materiali rari e di grande valore storico-artistico, abbiamo potuto realizzare
una mostra unica anche per le diverse tipologie di materiali esposti. Sono 40 gli abiti iconici del loro momento di massima notorietà (1965-74), 10 gli abiti di carta, 7 i preziosi taccuini di Ossie e Celia, numerosi i disegni inediti, gli editoriali scattati da importanti fotografi internazionali, oltre a rari memorabilia, fino ai video con le incredibili performance/sfilate di
moda di Ossie Clark“.

Celia e Ossie fotografati da Norman Bain nel 1967 nel loro appartamento in Putney a Londra © Norman Bain

Celia e Ossie fotografati da Norman Bain nel 1967 nel loro appartamento in Putney a Londra © Norman Bain

La mostra, che si apre con la foto che di Celia e Ossie abbracciati (scattato da Norman Bain nel 1967), che sintetizza il loro connubio professionale e personale. Nella prima sala si trova la video intervista a Celia Birtwell (nata nel 1941 e ancora attiva come textile designer) che racconta del primo incontro con Ossie al Royal College of Art di Manchester, complice l’amico e artista Mo McDermott, tramite cui Celia conoscerà anche David Hockney. E poi la collaborazione con Alice Pollock e il periodo di Quorum, boutique e punto di incontro di artisti e musicisti (da David Bailey, Rudolph Nureyev, David Gilmore dei Pink Floyd) fino alle incredibili performance con le modelle e muse Pattie Boyd e Amanda Lear. Racconta la stessa Celia Birtwell nel video: “Ossie avrebbe potuto essere un architetto. Era bravissimo a creare forme tridimensionali, cosa che io non sono mai riuscita a fare. Io creo disegni piatti e lui riusciva a creare forme e volumi, che credo sia un talento che io non ho. Questo è stato un grande connubio tra due idee. Ossie riusciva a incapsulare i miei disegni fantasiosi e renderli reali… Ossie è stato forse il primo a mettere la musica in una sfilata di moda, coinvolgendo modelle di diverse etnie, persone interessanti da ogni dove, che danzavano durante lo show. Un fenomeno multiculturale per l’epoca che ha dato il via a un intero movimento”.

Ossie Clark sketches, primi anni ’60 © Celia Birtwell

Ossie Clark sketches, primi anni ’60
© Celia Birtwell

Celia Birtwell sketches, Tulip Reign, 1972 © Celia Birtwell

Celia Birtwell sketches, Tulip Reign, 1972
© Celia Birtwell

Nello stesso spazio la prima parte è dedicata alla figura di Ossie Clark, dai primi disegni di ammissione al Royal College of Art di Manchester del 1962 a quelli con cui vince il concorso per la fabbrica di calzature ‘Down Shoes’ nel 1964, fino ai celebri sketch della tuta disegnata per Mick Jagger del 1973 in cui Ossie utilizza lo stesso approccio al design
per l’uomo e la donna, superando i confini del genere. Del suo iter creativo sono in mostra anche i suoi preziosi sketchbook, dai primi databili ai tempi del Royal College of Art Manchester (inizi Sessanta) fino a quelli del periodo d’oro (1968-69) dove il segno di Ossie gioca sulle forme di abiti a vita alta, i botticelli dress, e i pantaloni svasati con pattern floreali, che diventeranno i must have dell’epoca.

La seconda parte del percorso racconta il mondo artistico di Celia Birtwell, che si forma alla Salford Art School di Manchester. Si diploma in Textile Design trasferendosi presto a Londra nei primi anni Sessanta, dove produce i primi tessuti per arredamento in stile op-art. Anche lei, come Ossie, resta colpita dalle mostre e collezioni del Victoria&Albert Museum, in particolare dai costumi di Leon Bakst e Sergej Djagilev per i Balletti Russi e dall’arte delle avanguardie storiche che, unitamente all’amore del padre per la natura, diventano ispirazioni per il suo percorso.

Nella sala grande si trova la parte dedicata ad alcuni straordinari fotografi che hanno dedicato immagini agli abiti di Ossie e Celia, come David Bailey (tra i primi a ritrarre lo stesso Ossie con la modella Chrissie Shrimpton, che indossava il suo
abito con stampa artistica di Robert Indiana), Alfa Castaldi, Jim Lee (autore dell’immagine guida della mostra Plane crash del 1969), Sarah Moon, Norman Parkinson e Justin de Villeneuve. Sempre in questa sala anche uno spazio dedicato al rapporto speciale tra Celia Birtwell e David Hockney (che inizia a ritrarla già nel 1969 con i suoi abiti romantici a stampa floreale) tra cui nasce una grande amicizia che li porta a viaggiare in tutto il mondo, a volte insieme al fotografo Peter Schlesinger.

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​Dopo il doppio percorso su Ossie e Celia, si entra nel cuore della mostra con la scenografica esposizione dei 40 look disposti su pedane in ordine cronologico, dal primo abito a pois del 1965 per arrivare alle creazioni del 1974, data che segna la loro ultima collezione: da quel momento le strade di Ossie e Celia si dividono per continuare in modo autonomo. Sono stati selezionati i capi con i pattern divenuti cult, dalla Lamborghini Suit del ’69 e il completo di ispirazione orientale (1968) indossato da Amanda Lear, il mini dress “aeroplane” ( del 1969 e fotografato da Jim Lee) e quello con stampa Monkey Puzzle, ispirato dai tappeti medievali; diversi gli abiti fluidi in chiffon e moss crepe con le stampe Candy flowers e Mystic Daisy (1970), Tulips (1972), tra cui anche i modelli con taglio a sbieco e l’abito floreale realizzato con la tecnica della stampa a riserva. Non mancano inoltre gli abiti con decorazione più astratta e geometrica, come quelli ispirati
all’avanguardia russa e Kandinsky (1974) passando per i modelli dove è protagonista il color block, come il celebre abito “semaforo-traffic light” (1972) e altre creazioni della linea Ossie Clark/for Radley, che presentano solo stampe nella parte superiore.



L’ultima parte è riservata al guardaroba che comprende 10 abiti di carta, che rappresenta l’espressione perfetta di quel senso di rinnovamento culturale e sociale che incalzava negli anni Sessanta e che divenne un fenomeno di massa che si diffuse negli Stati Uniti d’America e in Europa. Le giovani generazioni, tra il 1966 ed il 1969, divennero voraci consumatori di questi abiti bidimensionali, coloratissimi ed economici. L’abito di carta divenne presto uno strumento di merchandising in grado di veicolare lo stile della moda del momento, ma anche messaggi politici e culturali del tempo. Fu questo grande potenziale espressivo, che spinse molte aziende a collaborare con stilisti, tra cui lo stesso Ossie Clark, Paco Rabane, Pierre Cardin e Givency, e artisti, quali Andy Warhol e Herry Gordon per la progettazione e realizzazione degli abiti di carta. Ossie Clark, nel 1966, collaborò con Zika Ascher alla produzione dei primi abiti di carta, con stampe progettate da Celia Birtwell e stampati su un tessuto in cellulosa e cotone. Questa piccola esposizione – un vero unicum – è stata resa possibile grazie a Massimo Cantini Parrini, che ha collezionato prima di tutti queste speciali creazioni, oggi diventate introvabili.

OSSIE CLARK Protagonista delle Swinging London, era nato a Liverpool nel 1942, il più giovane di sei figli. Diplomatosi al Royal College of Arts di Londra, debuttò nel 1964, quando cominciò a disegnare vestiti per la boutique Quorum di Chelsea, frequentata dalla scena musicale e artistica inglese. Incontrò a scuola Celia Birtwell, che poi sposò. Venne ucciso nel 1996 a 54 anni, lasciando due figli. Nel 1999-2000, il Warrington Museum & Art Gallery ha tenuto la prima retrospettiva e nel 2003 il Victoria and Albert Museum di Londra.

CELIA BIRTWELL nata nel 1941 a Londra, si forma alla Salford Art School di Manchester. Si diploma in Textile Design al Royal College of Art trasferendosi a Londra nei primi anni Sessanta, dove produce i primi tessuti per arredamento Op-art. Nelle sue stampe studia a lungo le collezioni del Victoria&Albert Museum, in particolare i costumi di Leon Bakst e Sergej Djagilev per i Balletti Russi con riferimenti che spaziano dagli arazzi medievali inglesi al Cubismo e Pointillismo. Vive e lavora a Londra.

Mr & Mrs Clark
Ossie Clark and Celia Birtwell. Fashion and Prints 1965-74
Fondazione Museo del Tessuto di Prato e Fondazione Sozzani di Milano

Museo del Tessuto:
dal 17 settembre 2022 al 8 gennaio 2023
Orario: 10-15 (da martedì a giovedì); 10-19 (venerdì, sabato) 15-19 (domenica) Chiusa lunedì
Museo del Tessuto, via Puccetti 3 – 59100 Prato
Ingresso: 10 €; ridotto 8€
info@museodeltessuto.it – www.museodeltessuto.it
Fondazione Sozzani:
dal 16 gennaio al 10 aprile 2023
Fondazione Sozzani, Corso Como 10– 20154 Milano
galleria@fondazionesozzani.org – fondazionesozzani.org



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